La leggo su tutte le confezioni alimentari; su ciò che mi piace è a livelli altissimi, su ciò che evito come la peste (ossia alimenti che fanno bene) ha valori normali.
Ne vorrei tremila al giorno ma se supero quota milleduecento sono dolori
Una cosa ti piace? Ne contiene tante quante un pasto completo, anzi due e peserà, a dire tanto, 50 grammi. Ma sono 50 grammi ben concentrati che hanno la compattezza di un san pietrino.
L."Ti piace l'insalata?"
F."Ma scherziamo? E' verde come la criptonite e con questo t'ho detto tutto"
L: "Peccato, perchè di questa ne potevi mangiare a volontà"
F. "E come ti sbagli... scontato come un panettone dopo il 7 gennaio al discount"
Ci scontriamo praticamente tutti i giorni anche se lei è scorretta e si presenta sempre con un nutrito numero di seguaci. Io sono da sola... Oddio, proprio sola no visto che mi fanno compagnia i miei chili.
Ma, e credo di poterlo dire solo in questo caso, i miei chili sono tanti ma mai quanti le CALORIE!
martedì 13 dicembre 2011
domenica 11 dicembre 2011
C'è un tag per te
“Ciao, lo sai che ti ho taggato ieri?”. Questa frase ricorre spesso nelle conversazioni mondane, sopratutto quando ti trovi a prendere l'autobus nell'orario che coincide con l'uscita da scuola dei giovani d'oggi. "Sei proprio er peggio, m'hai levato l'amicizia da facebook così non te posso più taggà". Una minaccia? Un insulto? Un anatema?
Per gli inesperti e sempre più rari non utilizzatori di Facebook la frase sembra addirittura un misto tra un messaggio subliminale ed un significato che possa nascondere chissà quale maleficio.
Il non essere taggati almeno una volta rischia di rappresentare un’onta difficile da cancellare ed un qualcosa di assolutamente inconcepibile! "Non t'ha taggato? Vuol dì che te non je ne pò fregà di meno". Quest'ultima è una perla raccolta sabato.
Ma cos’è il tag? Trattasi semplicemente e banalmente di un modo per richiamare con nome e cognome un amico e/o conoscente per fargli vedere un video, per dedicargli una canzone o per mostrargli una foto che lo ritrae o per far rosicare il tizio/tizia di turno perchè non era presente.
Inutile dire che su FB ci sono tanti tag non autorizzati ed a dire il vero non è nemmeno necessario essere iscritti a FB per scoprire che un amico ha pubblicato una foto di una cena ed ha inserito pure a te che magari non sei nemmeno iscritto al social network. La privacy, questa sconosciuta.
Ma oltre al già preoccupante fenomeno della totale incuranza della riservatezza dei dati, andiamo a fare una breve passeggiata nel lato oscuro del tag. Essere taggati da un amico o da un semplice conoscente può nascondere delle insidie riconducibili ai soliti antipatici ed arcinoti virus che tendono a rubare le nostre informazioni e, in casi estremi, la nostra password. Accorgersene non è certo semplice soprattutto quando i tag vengono da persone delle quali ci fidiamo e che, ignari, sono stati attaccati a loro volta. Per sfuggire a questa trovata, alla quale gli stessi creatori di FB stanno lavorando, non si può fare molto se non adottare qualche piccolo accorgimento. Prima di accettare le notifiche dei tag controllate bene che il vostro amico abbia inserito una foto che sia in qualche modo riconducibile a voi (io adoro Claudio Baglioni, se un mio amico mi tagga in un video dei Sepoltura c’è qualcosa che non quadra).
Inoltre potete verificare se a taggarvi è qualcuno con il quale avete si e no scambiato due parole negli ultimi mesi: diffidate ancora di più dal visionare la foto e cancellate il vostro tag dalla stessa. Un ultimo consiglio banale ma sempre efficace: cambiare la password una volta al mese. Noioso sicuramente ma un minimo di attenzione in più non fa certo male ed un giorno mi ringrazierete.
Chiaramente dovrete scontrarvi con la dura realtà dove senza tag sei considerato meno di zero... Eh sò problemi d'altronde....
Per gli inesperti e sempre più rari non utilizzatori di Facebook la frase sembra addirittura un misto tra un messaggio subliminale ed un significato che possa nascondere chissà quale maleficio.
Il non essere taggati almeno una volta rischia di rappresentare un’onta difficile da cancellare ed un qualcosa di assolutamente inconcepibile! "Non t'ha taggato? Vuol dì che te non je ne pò fregà di meno". Quest'ultima è una perla raccolta sabato.
Ma cos’è il tag? Trattasi semplicemente e banalmente di un modo per richiamare con nome e cognome un amico e/o conoscente per fargli vedere un video, per dedicargli una canzone o per mostrargli una foto che lo ritrae o per far rosicare il tizio/tizia di turno perchè non era presente.
Inutile dire che su FB ci sono tanti tag non autorizzati ed a dire il vero non è nemmeno necessario essere iscritti a FB per scoprire che un amico ha pubblicato una foto di una cena ed ha inserito pure a te che magari non sei nemmeno iscritto al social network. La privacy, questa sconosciuta.
Ma oltre al già preoccupante fenomeno della totale incuranza della riservatezza dei dati, andiamo a fare una breve passeggiata nel lato oscuro del tag. Essere taggati da un amico o da un semplice conoscente può nascondere delle insidie riconducibili ai soliti antipatici ed arcinoti virus che tendono a rubare le nostre informazioni e, in casi estremi, la nostra password. Accorgersene non è certo semplice soprattutto quando i tag vengono da persone delle quali ci fidiamo e che, ignari, sono stati attaccati a loro volta. Per sfuggire a questa trovata, alla quale gli stessi creatori di FB stanno lavorando, non si può fare molto se non adottare qualche piccolo accorgimento. Prima di accettare le notifiche dei tag controllate bene che il vostro amico abbia inserito una foto che sia in qualche modo riconducibile a voi (io adoro Claudio Baglioni, se un mio amico mi tagga in un video dei Sepoltura c’è qualcosa che non quadra).
Inoltre potete verificare se a taggarvi è qualcuno con il quale avete si e no scambiato due parole negli ultimi mesi: diffidate ancora di più dal visionare la foto e cancellate il vostro tag dalla stessa. Un ultimo consiglio banale ma sempre efficace: cambiare la password una volta al mese. Noioso sicuramente ma un minimo di attenzione in più non fa certo male ed un giorno mi ringrazierete.
Chiaramente dovrete scontrarvi con la dura realtà dove senza tag sei considerato meno di zero... Eh sò problemi d'altronde....
venerdì 9 dicembre 2011
Strada facendo...
A Roma è impossibile fissare un appuntamento e sperare di arrivare puntuale. Un pò per la nostra innata indole del "Tanto pure se arrivamo con cinque minuti de ritardo mica casca il mondo" ed un pò perchè il traffico fa parte della nostra vita un pò come le mura di casa. Se vuoi arrivare puntuale come minimo devi uscire di casa con un paio di ore di anticipo ma devi considerare che non manca mai l'incidente sul raccordo anulare causato dalla signora che si sta mettendo l'ombretto ed ha tamponato l'imprenditore con il suv impegnato in una videoconferenza con il resto del mondo.
Da evidenziare la presenza di alcune strade che se non trovi intasate e riesci nella miracolosa impresa di aver ingranato la seconda per ben due volte ti viene il dubbio che sia domenica o giorno festivo e potevi rimanertene a casa a riflettere se il senso della vita sia sul letto oppure sul divano.
Una di queste è Viale Castrense, siamo a San Giovanni.
Trovare parcheggio qui in orario 8/20 è impossibile su entrambi i lati ma la cosa tragicomica si verifica quando esci di casa e la tua macchina è una di quelle privilegiate parcheggiate al fianco delle imponenti mura aureliane.
Il parcheggio che ti appresti a lasciare alle 9 della mattina e conquistato con poca difficoltà la sera prima, lo potresti rivendere a peso d'oro ma alla fine ti trovi a fare ad arbitro tra i contendenti che aspirano a parcheggiare.
Il tutto condito dal fatto che entri in macchina e praticamente sei già in fila, un'interminabile coda che parte dalla Tangenziale, altezza Piazza Bologna, ed un serpentone che arriva fino alla famosa Coin di San Giovanni. Ormai gli automobilisti si conoscono, passano le loro giornate come un mega raduno di famiglia, si scambiano opinioni, commenti sportivi, chiedono notizie sull'andamento a scuola dei figli ed a volte si consumano pure tradimenti e si combinano matrimoni. I romanisti li riconosci dalle facce... evitano accuratamente l'argomento calcistico e si lanciano in argomentazioni astro/fisiche pur di non parlare della loro squadra.
A volte passano anche dei volontari della protezione civile a distribuire cartelle del bingo per allietare le ore trascorse sulla tangenziale (ora che si avvicina il Natale passeranno le cartelle per una tombola); ai tifosi della Roma forniscono pure un paio di bustine di camomilla. A casa ormai ne ho un'intera collezione e posso pure mettere su una filiale della Bonomelli...
Da evidenziare la presenza di alcune strade che se non trovi intasate e riesci nella miracolosa impresa di aver ingranato la seconda per ben due volte ti viene il dubbio che sia domenica o giorno festivo e potevi rimanertene a casa a riflettere se il senso della vita sia sul letto oppure sul divano.
Una di queste è Viale Castrense, siamo a San Giovanni.
Trovare parcheggio qui in orario 8/20 è impossibile su entrambi i lati ma la cosa tragicomica si verifica quando esci di casa e la tua macchina è una di quelle privilegiate parcheggiate al fianco delle imponenti mura aureliane.
Il parcheggio che ti appresti a lasciare alle 9 della mattina e conquistato con poca difficoltà la sera prima, lo potresti rivendere a peso d'oro ma alla fine ti trovi a fare ad arbitro tra i contendenti che aspirano a parcheggiare.
Il tutto condito dal fatto che entri in macchina e praticamente sei già in fila, un'interminabile coda che parte dalla Tangenziale, altezza Piazza Bologna, ed un serpentone che arriva fino alla famosa Coin di San Giovanni. Ormai gli automobilisti si conoscono, passano le loro giornate come un mega raduno di famiglia, si scambiano opinioni, commenti sportivi, chiedono notizie sull'andamento a scuola dei figli ed a volte si consumano pure tradimenti e si combinano matrimoni. I romanisti li riconosci dalle facce... evitano accuratamente l'argomento calcistico e si lanciano in argomentazioni astro/fisiche pur di non parlare della loro squadra.
A volte passano anche dei volontari della protezione civile a distribuire cartelle del bingo per allietare le ore trascorse sulla tangenziale (ora che si avvicina il Natale passeranno le cartelle per una tombola); ai tifosi della Roma forniscono pure un paio di bustine di camomilla. A casa ormai ne ho un'intera collezione e posso pure mettere su una filiale della Bonomelli...
sabato 3 dicembre 2011
La spesa....
Come tutti i comuni mortali il solo giorno utile per fare la spesa è il sabato e come sai trovi praticamente tutta la città a fare a "carrellate" al supermercato. File interminabili alle casse, genitori che portano i propri bambini alle giostre del nuovo millennio (ormai antiquate le montagne russe, meglio i centri commerciali!), cassieri alle prime armi che davanti ad un pezzo da 100 euro (divenuto sempre più raro, infatti io vi parlo del centone della signora davanti a me) tentano l'utilizzo del pennarello per capire se siano veri o falsi. Di questi tempi mai fidarsi... Ma dopo aver disegnato un intero cruciverba sul malcapitato pezzo verde la signora, giustamente stranita e con un applomb degno di Oxford apostrofa il commesso con un grazioso "Regazzì se ce metti tanto pure a spoglià la tua donna quella fa bene a metterti le corna". Un secondo interminabile di silenzio, il gelo alla cassa e dopo un secondo non è mancata la risata che rompe l'atmosfera e si colloca come un elefante in una cristalleria.
Scontato come un paio di pantaloni da sci ad agosto che la risata fosse la mia.
Arriva il mio turno, il commesso non mi spiccica parola e per il totale da pagare mi indica di guardare il display; personalmente mi ero ben guardata dal provare ad incrociare il suo sguardo un pò, ma giusto un filino, per vergogna per la risata irriverente ma soprattutto per la consapevolezza che se lo avessi guardato in faccia avrei peggiorato ulteriormente la situazione ridendo nuovamente, ma stavolta proprio davanti a lui.
Ma il mio innato e pessimo istinto ha avuto il sopravvento ed al momento di pagare ho esordito con un macabro "tranquillo, non ho 100 euro ma solo pezzi da 10". Praticamente il resto me lo ha quasi tirato.....
Scontato come un paio di pantaloni da sci ad agosto che la risata fosse la mia.
Arriva il mio turno, il commesso non mi spiccica parola e per il totale da pagare mi indica di guardare il display; personalmente mi ero ben guardata dal provare ad incrociare il suo sguardo un pò, ma giusto un filino, per vergogna per la risata irriverente ma soprattutto per la consapevolezza che se lo avessi guardato in faccia avrei peggiorato ulteriormente la situazione ridendo nuovamente, ma stavolta proprio davanti a lui.
Ma il mio innato e pessimo istinto ha avuto il sopravvento ed al momento di pagare ho esordito con un macabro "tranquillo, non ho 100 euro ma solo pezzi da 10". Praticamente il resto me lo ha quasi tirato.....
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